I migliori album degli anni ’60: un decennio di rivoluzione musicale

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Immergiti negli iconici album degli anni ’60, un decennio di evoluzione e rivoluzione musicale. Dalle scoperte della British Invasion ai pionieri, dalla musica folk e di protesta ai classici soul e R&B, preparati a rivisitare i migliori album degli anni ’60 e rivivere la magia.

Le scoperte rivoluzionarie dell’invasione britannica

L’invasione britannica degli anni ’60 fu un momento cruciale nella storia della musica, segnando l’improvvisa e notevole ascesa dei gruppi rock e pop britannici verso la celebrità globale. Ma cosa c’era esattamente dietro questo fenomeno e quali band erano in prima linea in questo movimento?

L’ascesa alla fama della Beatlemania

I Beatles furono probabilmente la band più influente della British Invasion e il loro impatto non può essere sopravvalutato. Dai loro umili inizi suonando al Cavern Club di Liverpool fino alla firma con la Parlophone Records, l’ascesa alla fama dei Beatles fu rapida e drammatica. La loro miscela innovativa di rock, pop e musica folk, unita alle loro battute spiritose e alle loro personalità affascinanti , ha affascinato il pubblico e ha aperto la strada al quartetto in costume per dominare le classifiche e diventare un fenomeno internazionale.

Il suono unico degli Who

Nel frattempo, un’altra band britannica, The Who, stava forgiando il proprio percorso con un suono distinto che era allo stesso tempo potente e ambizioso. A differenza della propensione dei Beatles per gli hook pop orecchiabili, la musica degli Who era caratterizzata dalla sua complessità, energia e pura intensità sonora. Con i testi poetici di Pete Townshend e la batteria esplosiva di Keith Moon, gli Who hanno creato una fusione unica di opera rock e rock schietto che ha ipnotizzato il pubblico e gli è valso il plauso della critica.

Nota: qui viene utilizzato solo un gruppo di intestazioni. Tieni presente che i paragrafi precedenti sono solo un punto di partenza e sono necessari ulteriori sviluppi per creare contenuti completi e dettagliati che soddisfino lo stile di scrittura e il pubblico richiesti.


Musica popolare e di protesta

La musica folk ha sempre avuto un ruolo significativo nel plasmare il panorama musicale. Da Woody Guthrie a Joni Mitchell, numerosi artisti hanno contribuito a questo genere, utilizzando la propria voce per sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni sociali e politiche. In questa sezione approfondiremo il mondo della musica folk e di protesta, esplorando l’impatto di questi artisti sull’industria musicale e sulla società nel suo insieme.

L’influenza di Woody Guthrie su Bob Dylan

Bob Dylan viene spesso definito la “voce di una generazione”. La sua musica, profondamente radicata nel folk, ha influenzato innumerevoli artisti di vari generi. Ma prima di Dylan c’era Woody Guthrie, un cantautore folk pionieristico che ha aperto la strada alle generazioni future. L’influenza di Guthrie su Dylan è innegabile. Non solo ha condiviso la sua musica, ma ha anche fatto da mentore a Dylan, incoraggiandolo a seguire le sue orme. In effetti, Dylan ha spesso attribuito a Guthrie la sua più grande ispirazione. La loro collaborazione su canzoni come “This Train” e “A Hard Rain’s a-Gonna Fall” è una testimonianza dell’impatto duraturo di Guthrie sulla musica di Dylan.

Debutto folksy di Joni Mitchell

Joni Mitchell è un’altra figura iconica nel mondo della musica folk. Il suo album di debutto, pubblicato nel 1968, metteva in mostra la sua capacità narrativa unica e i suoi testi poetici. La musica di Mitchell, che mescolava elementi di folk, rock e jazz, ha avuto risonanza presso il pubblico di tutto il mondo. Una delle sue canzoni più famose, “Both Sides Now”, è una ballata toccante che esplora l’esperienza umana. Con la sua miscela di giochi di parole spiritosi e melodie inquietanti, la canzone ha consolidato lo status di Mitchell come genio del songwriting. I suoi album successivi, come “Ladies of the Canyon” e “Blue”, consolidarono il suo posto nel pantheon delle leggende folk.


Pionieri del rock psichedelico

Gli anni ’60 videro l’emergere del rock psichedelico, un genere che sfidava le norme convenzionali abbracciando suoni distorti, testi stravaganti e paesaggi sonori sperimentali. Due band che gettarono le basi per questo movimento innovativo furono i Doors e i Pink Floyd.

Il suono oscuro e misterioso dei Doors

I Doors, guidati dal carismatico frontman Jim Morrison, irruppero sulla scena con il loro omonimo album di debutto nel 1967. Caratterizzati dal meditabondo baritono e dai testi poetici di Morrison, il loro sound era un inebriante mix di riff blues, strumentazione atmosferica e giochi di parole letterari. album come “The Doors” e “Strange Days” contenevano brani straordinari come “Light My Fire” e “Break On Through (To the Other Side)”, che catturavano l’angoscia e la ribellione di una generazione. La musica dei Doors mirava tanto a evocare il mistero dell’esperienza umana quanto a esplorare le profondità della psiche umana.

Gli inizi sperimentali dei Pink Floyd

Nel frattempo, i Pink Floyd erano impegnati a creare il proprio marchio unico di rock psichedelico. Formato alla fine degli anni ’60, il quartetto britannico era composto da Syd Barrett, Roger Waters, Nick Mason e Richard Wright. I loro primi lavori, come l’album di debutto “The Piper at the Gates of Dawn”, mostravano un approccio audace e innovativo, fondendo freakout acid-rock con stravaganze melodiche e testi introspettivi. La musica dei Pink Floyd consisteva tanto nell’evocare i paesaggi surreali della mente quanto nel sondare i confini del suono e della struttura. Le escursioni astratte della chitarra di Syd Barrett e le linee di basso sempre più dominanti di Roger Waters hanno contribuito a plasmare l’identità iniziale della band, gettando le basi per le loro successive epopee psichedeliche.

Nota:


Classici soul e R&B

La musica soul è stata la colonna sonora delle nostre vite, con le sue ricche armonie, ritmi trascinanti e testi accorati. Quando pensiamo alle voci piene di sentimento, pochi nomi ci vengono in mente come Motown e Queen of Soul, Aretha Franklin. Diamo uno sguardo più da vicino all’incredibile ascesa della Motown e al viaggio di Aretha Franklin verso la celebrità.

L’ascesa alla ribalta della Motown

Berry Gordy Jr. ha fondato la Motown Records nel 1959, con l’obiettivo di mettere la musica nera in primo piano. Ha fondato l’etichetta nella sua casa di Detroit, con un piccolo team di persone appassionate che condividevano il suo sogno. Il primo successo è arrivato con “Shop Around” dei Miracles, seguito da “Fingertips (Part 2)” di Little Stevie Wonder e “My Girl” di The Temptations. Questi successi iniziali aprirono la strada alla crescita esponenziale della Motown, con artisti iconici come Diana Ross and the Supremes, Marvin Gaye e The Jackson 5 che si unirono all’etichetta. Verso la metà degli anni ’60, la Motown era diventata l’etichetta di riferimento per soul e R&B, il suo suono e il suo stile unici contagiarono il mondo della musica.

Lo stato di regina del soul di Aretha Franklin

Aretha Franklin, conosciuta anche come la regina del soul, ha lasciato un segno indelebile nell’industria musicale. Nato a Memphis, Tennessee, Franklin ha iniziato a cantare in tenera età, influenzato dal gospel e dal blues. La sua voce potente ed emotiva le è valsa il riconoscimento, con il suo primo successo “Respect” (1967) che è diventato un inno all’empowerment e all’uguaglianza. Nel corso della sua illustre carriera, Franklin ha vinto numerosi premi, tra cui 18 Grammy Awards, ed è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame. La sua voce piena di sentimento è stata elogiata sia dalla critica che dai fan, assicurando che il suo regno come Regina del Soul rimanga incontrastato.


Hard Rock e Garage Rock

La fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 videro un’impennata della popolarità dell’hard rock e del garage rock, generi caratterizzati dalla loro energia grezza, atteggiamento ribelle e volontà di oltrepassare i confini. Band come The Rolling Stones e The Kinks erano in prima linea in questo movimento, plasmando il suono e lo stile che avrebbero influenzato le generazioni a venire.

Electric Blues dei Rolling Stones

Essendo uno dei gruppi rock più iconici di tutti i tempi, il suono dei Rolling Stones affonda le sue radici nel blues elettrico, un genere che combinava l’emozione cruda della musica blues con la spigolosità del rock and roll. I loro primi album, come “Beggars Banquet” e “Let It Bleed”, mostravano la loro maestria in questo stile, con canzoni come “Gimme Shelter” e “Sympathy for the Devil” che diventavano inni del movimento controculturale. Guidati dall’indomabile Mick Jagger, le esibizioni dal vivo dei Rolling Stones non hanno eguali, con la spavalda presenza scenica di Jagger e i riff di chitarra di Keith Richards che elettrizzano il pubblico.

L’invasione britannica dei Kinks

Dall’altra parte dell’oceano, i Kinks stavano facendo scalpore con il loro marchio unico di British Invasion rock. Le capacità di compositore e la voce distintiva del leader Ray Davies hanno contribuito a definire il suono della band, caratterizzato dal suo eclettismo e arguzia. Canzoni come “You Really Got Me” e “Sunny Afternoon” hanno messo in mostra l’abilità dei Kinks di creare brani accattivanti e memorabili, mentre album come “Village Green Preservation Society” hanno mostrato il loro spirito di sperimentazione e innovazione. La musica dei Kinks, con i suoi cenni al music hall britannico e alla cultura operaia londinese, era un riflesso delle radici londinesi della band e del loro desiderio di oltrepassare i confini della musica rock.

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Concept Album e Opera

Il mondo della musica è sempre stato un crogiolo di creatività, innovazione e superamento dei confini. Uno degli aspetti più affascinanti della musica è il concept album: un lavoro coeso e tematico che intreccia insieme più tracce per creare un’esperienza straordinaria. In questa sezione approfondiremo due dei concept album più iconici e influenti che hanno plasmato il panorama musicale: Tommy Revolution e Sgt. Banda del Pepper’s Lonely Hearts Club.

The Who’s Tommy Revolution

Considerato uno dei pionieri dei concept album, The Who’s Tommy (1969) è un viaggio musicale che sfida le convenzioni. Quest’opera rock racconta la storia di un ragazzo sordo, muto e cieco che diventa un campione di flipper e una figura messianica. Con i testi di Pete Townshend e la voce distintiva di Roger Daltrey, Tommy è un lavoro rivoluzionario che esplora i temi dell’isolamento, della libertà e della redenzione. L’album contiene alcuni dei brani più iconici della band, tra cui “Pinball Wizard” e “See Me, Feel Me”. La narrazione innovativa e gli arrangiamenti musicali di Tommy hanno ispirato innumerevoli artisti, dai Queen ai Green Day, a creare concept album che raccontano storie attraverso la musica.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

Solo un anno prima della rivoluzionaria uscita di Tommy, i Beatles pubblicarono Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967), ampiamente considerato come uno degli album più influenti nella storia della musica popolare. Questo concept album è un capolavoro del rock psichedelico, concettualizzando la band come una band immaginaria che suona una serie di canzoni all’interno dell’album. La struttura tematica dell’album, la profondità dei testi e la sperimentazione musicale erano rivoluzionarie per l’epoca. Con canzoni come “With a Little Help from My Friends”, “Lucy in the Sky with Diamonds” e l’iconica traccia del titolo dell’album, Sgt. La Pepper’s Lonely Hearts Club Band è una pietra miliare culturale che continua a ispirare artisti e fan. Lo adori o lo odi, questo album ha cambiato il corso della storia della musica, ampliando i confini dell’espressione artistica e consolidando lo status dei Beatles come visionari dell’epoca.


Musica e politica

La musica è stata a lungo un potente mezzo per il commento e il cambiamento sociale. Con l’avvento della musica popolare negli anni ’60, gli artisti iniziarono a utilizzare le loro piattaforme per affrontare questioni urgenti dell’epoca, come il razzismo, la guerra e l’ingiustizia sociale. Quest’era di scrittura di canzoni socialmente consapevole è stata segnata dall’emergere della musica di protesta e dalla sua capacità di galvanizzare l’opinione pubblica e ispirare l’azione collettiva.

Scrivere canzoni per il cambiamento sociale

La musica di protesta, in particolare, divenne un potente strumento per sfidare lo status quo e chiedere il cambiamento. Artisti come Bob Dylan, Joan Baez e Pete Seeger hanno scritto canzoni che parlavano direttamente delle lotte e delle preoccupazioni dei tempi. La loro musica era caratterizzata da melodie orecchiabili, armonie semplici e testi potenti che risuonavano con una generazione di giovani alla ricerca di un mondo migliore. Canzoni come “Blowin’ in the Wind” di Bob Dylan e “Where Have All the Flowers Gone?” di Pete Seeger sono diventati inni per il movimento per i diritti civili e gli sforzi contro la guerra.

Oltre ad affrontare specifiche questioni politiche, la musica di protesta cercava anche di ispirare e dare agli individui la possibilità di agire. Canzoni come “Get Your Philosophers Thinkin'” di Pete Seeger e “The Times They Are a-Changin'” di Bob Dylan esortavano le persone a mettere in discussione l’autorità e a sfidare le norme sociali. Questa musica ha svolto un ruolo cruciale nel cambiare l’opinione pubblica e nel contribuire a realizzare un cambiamento sociale e politico significativo.

L’impatto del movimento per i diritti civili

Il movimento per i diritti civili, in particolare, è stato fortemente influenzato dal potere della musica. Canzoni come “We Shall Overcome” e “A Change Is Gonna Come” sono diventate centrali nel messaggio di speranza e trasformazione del movimento. Questi inni, cantati da individui come Bob Dylan, Joan Baez e Sam Cooke, hanno contribuito a unire persone al di là dei confini razziali e culturali e a galvanizzare il sostegno al movimento.

Attraverso la loro musica, artisti come Aretha Franklin, Ray Charles e Dylan hanno cantato direttamente al cuore di coloro che lottano per l’uguaglianza e la giustizia. Le loro canzoni affrontavano questioni come la segregazione, il diritto di voto e la brutalità della polizia e offrivano messaggi di speranza e resilienza di fronte alle avversità. Il potere della musica di unire le persone e **zm* *ispirare l’azione collettiva ha giocato un ruolo significativo nei successi del movimento per i diritti civili e il suo impatto continua a farsi sentire oggi.

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Gli anni ’60 furono un decennio di trasformazione per la musica, che diede vita a stili innovativi e artisti leggendari. Dal debutto di Bob Dylan a Sgt. dei Beatles. Pepper, esploriamo i migliori album del decennio che sopravvivono ancora oggi.

Folk Revival e oltre

All’inizio degli anni ’60, il mondo chiedeva disperatamente un cambiamento. Disordini sociali, movimenti per i diritti civili e proteste contro la guerra hanno segnato il panorama. Fu in questo contesto turbolento che emerse il movimento folk revival, guidato da una nuova generazione di cantautori. Il genere, che traeva ispirazione dalla musica tradizionale americana, divenne una potente piattaforma per gli artisti per esprimere i propri pensieri, emozioni e frustrazioni.

Il debutto rivoluzionario di Bob Dylan

Nessuno personificava lo spirito di quest’epoca meglio di Bob Dylan. Il suo album di debutto del 1962, Bob Dylan, introdusse una voce cruda, energica e poetica che scosse le fondamenta stesse dell’industria musicale. Con canzoni come “Song to Woody” e “In My Time of Dyin'”, il debutto di Dylan annunciò il suo arrivo come una forza da non sottovalutare, profetizzando un cambiamento epocale nel panorama musicale.

La dolce armonia di Joan Baez

Nel frattempo, Joan Baez, con la sua voce squisita e il suo attivismo, è diventata un’icona folk a pieno titolo. Il suo album di debutto omonimo del 1960 metteva in mostra la sua interpretazione piena di sentimento e la sua destrezza lirica. Collaborando con Dylan, ha contribuito con l’armonia vocale alle sue prime canzoni, la loro collaborazione ha prodotto alcuni dei classici più duraturi dell’epoca. La musica di Baez incarnava lo spirito ribelle della stessa epoca, ma la sua voce dolce e sensuale conquistò i cuori, colmando il divario tra la musica folk e quella popolare.


La nascita del rock psichedelico

Il rock psichedelico è stato un fenomeno culturale che ha preso d’assalto il mondo a metà degli anni ’60. Fu un periodo di grandi cambiamenti e sconvolgimenti, con l’ascesa di movimenti di controcultura e una crescente disillusione nei confronti della società tradizionale. Come musica, il rock psichedelico era un riflesso della turbolenza di quest’epoca, caratterizzata dalla sua natura sperimentale, dall’uso audace degli effetti e, spesso, dai suoi testi socialmente consapevoli. In questo periodo, diverse band fecero la storia, e nessuna più dei Beatles e dei Doors.

Il sergente dei Beatles. Pepe

Pubblicato nel 1967, Sgt. dei Beatles. Pepper’s Lonely Hearts Club Band è ampiamente considerato come uno degli album più influenti nella storia della musica popolare. Questo disco rivoluzionario segnò un cambiamento significativo rispetto al lavoro precedente dei Beatles, poiché incorporava un’ampia gamma di stili musicali, tra cui rock, pop e musica classica. L’uso da parte dell’album di arrangiamenti orchestrali, loop di nastro e altre tecniche di studio è stato rivoluzionario e ha alzato il livello per i futuri artisti della registrazione. Sergente Pepper non è solo una testimonianza dello spirito innovativo dei Beatles, ma anche un riflesso della sperimentazione e della ribellione culturale dell’epoca.

Il primo iconico album dei Doors

Nel 1967, i Doors pubblicarono il loro album di debutto omonimo, che avrebbe venduto milioni di copie in tutto il mondo. Questo album rappresentava un allontanamento dalla musica dell’epoca, con i suoi paesaggi sonori oscuri e meditabondi, i testi poetici e la voce inquietante di Jim Morrison. La musica dei Doors, che fondeva elementi di blues, rock e poesia, rifletteva perfettamente il fascino dell’epoca per l’ignoto e il misterioso. Il loro album di debutto avrebbe influenzato una generazione di musicisti e consolidato il loro posto come una delle band più iconiche degli anni ’60.

Queste due band, insieme ad altre, hanno giocato un ruolo significativo nel plasmare il suono del rock psichedelico e il panorama culturale dell’epoca. Il loro uso innovativo della musica, dei testi e della tecnologia continua a ispirare artisti e musicisti ancora oggi.


Soul e maestria Motown

Nel mondo della musica, ci sono pochi generi che evocano emozioni, passione e nostalgia come la musica Soul e Motown. Questi stili musicali sono stati un punto fermo di molti artisti e hanno plasmato l’industria musicale fino a farla diventare quella che è oggi. Dalle canzoni iconiche agli artisti leggendari, la musica soul e Motown ha lasciato un segno indelebile nella nostra coscienza musicale collettiva.

Ascesa Queenly di Aretha Franklin

Aretha Franklin, conosciuta come la “Regina del soul”, è una delle cantanti più iconiche e influenti di tutti i tempi. Con la sua voce potente e piena di sentimento e una carriera che dura da oltre cinquant’anni, ha lasciato un segno indelebile nell’industria musicale. Nata a Memphis, nel Tennessee, il viaggio musicale di Franklin è iniziato durante la sua infanzia, quando si esibiva spesso con suo padre, il reverendo C.L. Franklin, presso la chiesa battista di New Bethel. Questa iniziale esposizione alla musica gospel e blues avrebbe poi influenzato il suo stile unico, che mescolava elementi di entrambi i generi per creare un nuovo suono che era unicamente suo.

I movimenti fluidi di Tentazioni

I Temptations, d’altro canto, sono un gruppo iconico della Motown che delizia il pubblico con le sue armonie fluide e i passi di danza coreografici da oltre cinquant’anni. Formatosi a Detroit, Michigan nel 1960, la formazione originale del gruppo era composta da David Ruffin, Eddie Kendricks, Paul Williams, Otis Williams e Melvin Franklin. Con la loro miscela di doo-wop, R&B e musica pop, sono diventati uno degli artisti più duraturi e di maggior successo dell’etichetta Motown, con successi come “My Girl” e “Papa Was a Rolling Stone”. Nel corso della loro carriera, i Temptations hanno subito diversi cambi di formazione, ma la loro musica è rimasta una testimonianza del potere dell’armonia e dell’eredità duratura della Motown.


Suoni sperimentali e d’avanguardia

L’era dei suoni sperimentali e d’avanguardia degli anni ’60 riguardava il superamento dei confini della musica. Era un periodo in cui artisti e musicisti scelsero di liberarsi dalle norme tradizionali di melodia, armonia e ritmo. In questa sezione approfondiremo due atti cruciali che definirono quest’epoca: il folle debutto di Frank Zappa e gli esperimenti noise dei Velvet Underground.

Il debutto demenziale di Frank Zappa


La musica di Frank Zappa era come un fulmine in una notte tempestosa: imprevedibile, energica e travolgente. Il suo album di debutto, “Freak Out!” (1966), fu un punto di svolta. La miscela unica di rock, jazz, classica e satira di Zappa ha creato un cocktail sonoro che era allo stesso tempo caotico e coeso. Immagina uno scienziato pazzo che si destreggia tra una collezione di strumenti, apparecchiature di registrazione e testi surreali: questo è Zappa in poche parole. La sua musica sfidava ogni categorizzazione e il suo stile irriverente diede il tono al movimento sperimentale.

L’album di debutto Zappa conteneva un mix di canzoni brevi, lunghe jam e passaggi di parole, mostrando il suo eclettismo. La traccia di chiusura dell’album, “Return of the Son of Monster Magnet”, è un ottimo esempio dell’approccio sperimentale di Zappa, caratterizzato da lunghi passaggi strumentali, improvvisi cambi di tempo ed effetti sonori bizzarri. La musica di Zappa potrà anche essere stata poco ortodossa, ma ha aperto la strada alle future generazioni di musicisti d’avanguardia.

Gli esperimenti acustici dei Velvet Underground


I Velvet Underground, guidati dall’enigmatico Lou Reed e John Cale, furono un altro atto rivoluzionario dell’epoca. La loro musica era come un film oscuro e d’avanguardia: lunatico, atmosferico e impenitentemente sperimentale. Il loro album di debutto, “The Velvet Underground & Nico” (1967), era un paesaggio sonoro surreale, caratterizzato da rock minimalista, musica casuale e rumore industriale. Immagina un collage sonoro creato da gocce d’acqua, cicli di feedback e segreti sussurrati: questo è The Velvet Underground in poche parole.

La musica dei Velvet Underground era spesso più atmosfera che melodia, utilizzando suoni e trame non convenzionali per creare un senso di tensione e disagio. Il loro album di debutto conteneva brani come “Heroin” e “All Tomorrow’s Parties”, che spingevano i confini della musica rock, incorporando elementi di rumore, rituali e avanguardia. L’approccio sperimentale dei Velvet Underground può aver creato divisioni, ma la loro influenza sulla successiva ondata di musicisti underground è stata profonda.


Inni rock and roll classici

Gli anni ’60 e ’70 furono un periodo incredibile per la musica, con l’ascesa del rock and roll, del folk e del rock psichedelico che creavano un panorama vibrante e dinamico. Tra le tante band iconiche emerse in questo periodo, due gruppi si distinguono per il loro impatto sul genere: The Rolling Stones e The Who. Diamo uno sguardo più da vicino ai loro primi album che hanno gettato le basi per le loro carriere leggendarie.

Stone-Rage dei Rolling Stones

Pubblicato nel 1964, l’album di debutto dei Rolling Stones, “The Rolling Stones”, era un gioiello roots, intriso di blues, che metteva in mostra l’energia grezza e la chimica della band. Le 12 tracce dell’album contengono un mix di composizioni originali e cover, inclusa una versione feroce di “Not Fade Away” di Willie Dixon. Questo album rappresentò una svolta decisiva, segnando l’inizio di una straordinaria carriera durata oltre cinquant’anni.

Il primo album di Who’s Who-Worthy

L’album di debutto degli Who, “My Generation”, pubblicato nel 1965, è stato un lavoro rivoluzionario che ha ampliato i confini del rock and roll con la sua innovativa fusione di music hall britannica, R&B e pop degli anni ’60. La title track dell’album, che presenta l’iconico assolo di batteria di Pete Townshend, è diventata un inno per il movimento giovanile mod britannico, mentre altri brani come “The Good’s Gone” e “La-La-La-Lies” hanno messo in mostra l’abilità della band di creare orecchiabili, melodie da cantare insieme. Questo album segnò l’arrivo degli Who come una delle band più importanti e influenti dell’epoca.

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