I migliori album heavy metal: dischi leggendari che definiscono il genere

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Esplora i più grandi album heavy metal, con band iconiche come Iron Maiden, Black Sabbath, Metallica e altre. Dagli inni classici ai capolavori moderni, preparati a scatenarti con la nostra lista definitiva dei migliori album heavy metal.

Inni classici

Questi gruppi metal pionieristici gettano le basi per l’evoluzione del genere, lasciando un segno indelebile nel settore. La loro influenza può essere percepita ancora oggi, poiché le nuove generazioni di metalhead continuano a divertirsi con i loro suoni iconici.

“Il numero della bestia” degli Iron Maiden

Pubblicato nel 1982, “The Number of the Beast” segnò un punto di svolta nella storia del metal, poiché il secondo album degli Iron Maiden mostrava la crescente complessità e maturità musicale della band. La title track dell’album, con la sua voce inquietante e ritmi galoppanti, è diventata un punto fermo degli inni metal. Il caratteristico mantice del cantante Bruce Dickinson e la rovente solista del chitarrista Dave Murray hanno reso questa canzone un classico istantaneo.

“Paranoid” dei Black Sabbath

Nel 1970, i Black Sabbath pubblicarono “Paranoid”, un album che consolidò il loro status di pionieri dell’heavy metal. La traccia del titolo, con il suo riff minaccioso e le urla inquietanti di Ozzy Osbourne, è un capolavoro di narrazione oscura e mistica. L’atmosfera inquietante e i ritmi trascinanti della canzone l’hanno resa una delle preferite tra i fan del metal di tutto il mondo.

“British Steel” di Judas Priest

L’album “British Steel” dei Judas Priest del 1980 segnò un cambiamento significativo nel suono della band, mentre passavano dallo sfarzo grandioso di “Screaming for Vengeance” a un approccio più aggressivo ed essenziale. La traccia che dà il titolo all’album, con la sua batteria martellante e la voce impennata di Rob Halford, è una testimonianza dell’abilità della band di creare un metal inno e slanciato.


Thrash Metal Frenzy

THRASH METAL, IL SOTTOGENERE FRENETICO E AGGRESSIVO CHE HA FORMATO IL SUONO DELL’HARD ROCK E DEL METAL. QUESTO PERIODO DELLA STORIA DEL METAL HA TESTIMONIATO LA NASCITA DI ALCUNE DELLE BAND PIÙ INFLUENTI E ICONICHE DI TUTTI I TEMPI. IN QUESTA SEZIONE VI GUIDEREMO IN UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA FRENZIA DEL THRASH METAL, ESAMANDO I LAVORI DI METALLICA, SLAYER E MEGADETH, TRE BAND CHE NON SOLO DEFINISCONO IL GENERE MA HANNO ANCHE LASCIATO UN SEGNO DUREVOLE NEL MONDO DELLA MUSICA.

“Il maestro dei burattini” dei Metallica

PUBBLICATO NEL 1986, “MASTER OF PUPPETS” È SPESSO CONSIDERATO COME UNO DEI PIÙ GRANDI ALBUM METAL DI TUTTI I TEMPI. QUESTO CAPOLAVORO È STATO IL TERZO ALBUM INTERO DEI METALLICA E CONTIENE ALCUNI DEI TRACCIATI PIÙ ICONICI DELLA BAND, TRA CUI LA TRACCIA DEL TITOLO E “Battery”. I TEMI LIRICI DELL’ALBUM DI TOSSICITÀ, CONTROLLO E OSSESSIONE SI RIFLETTEVANO NEL SUO APPROCCIO SONORO, CHE ERA PIÙ AGGRESSIVO E COMPLESSO RISPETTO AI SFORZI PRECEDENTI. “MASTER OF PUPPETS” È STATO CERTIFICATO 6x PLATINUM DALLA RIAA, A TESTIMONIANZA DEL SUO FASCINO SENZA TEMPO.

“Piove sangue” degli Slayer

IL DEBUTTO DEGLI SLAYER IN “RIPPING LEAF”, “HELL AWAITS”, È STATO UN CAMBIO DI GIOCO NEL THRASH METAL. TUTTAVIA, È STATO IL SEGUENTE, “REIGN IN BLOOD”, A VOLARE DAVVERO LA BANDIERA PER LO STILE. PUBBLICATO NEL 1986, L’ALBUM HA VEDUTO GLI SLAYER ALL’APICE DEL LORO POTERE CREATIVO, CON UNA SERIE DI CANZONI CHE ERANO SIA INTENSAMENTE AGGRESSIVE CHE CINEMATICAMENTE D’IMPATTO. “RAINY BLOOD” È UNO DEI TRACCI PIÙ FAMOSI DELL’ALBUM, CON UN MASHUP VERSATILE DI RIFF VELOCI, BATTERIE PUNITIVE E LA VOCE AFFILATA E PENETRANTE DI TOM ARYA.

“Rust in Peace” di Megadeth

MUSTAINANDO IL LORO TRAFFICO MUSICALE, I MEGADETH HANNO FATTO SEGUITO AL LORO LAVORO PRECEDENTE CON “RUST IN PEACE”, UN ALBUM CHE HA FORNITO ANCORA PIÙ ALTO OTTANO, LAVORO DI CHITARRA TECNICO E LA VOCE VORAZIOSA DI DAVE MUSTAINE. QUESTO ALBUM CLASSICO DEL 1990 RAPPRESENTA ANCORA OGGI UNA DELLE PUBBLICAZIONI PIÙ POPOLARI E RISPETTATE DELLA BAND FINO AD OGGI, CON TRACCE COME “HANGAR 18” E “Tornado of Souls” CHE ANCORA SCIOGLONO VOLTI E ABBATTONO I MANICI DELLE CHITARRE IN TUTTO IL MONDO.


Padronanza del Power Metal

Power metal, un sottogenere dell’heavy metal, è noto per le sue performance ad alta energia, ritmi frenetici e testi fantastici. È uno stile che richiede attenzione, proprio come una grande produzione teatrale o un mitico campo di battaglia. In questo ambito, ci sono alcuni album degni di nota che mettono in mostra la finezza del genere. Esploriamo questi capolavori, che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo metal.

La “furia disumana” di DragonForce

“Inhuman Rampage” è il secondo album dei DragonForce, pubblicato nel 2005. È un capolavoro sinfonico di power metal che incarna tutto il potenziale del genere. Con una miscela di virtuosismo chitarristico, ritmi di batteria martellanti e melodie vocali impennate, questo album è una testimonianza dell’abilità tecnica della band. La traccia del titolo, “Inhuman Rampage”, è un’epica di 7 minuti che mette in mostra l’abilità della band di creare composizioni complesse e stratificate.

“Le ali divine della tragedia” della Symphony X

“The Divine Wings of Tragedy” è il terzo album in studio della band power metal americana Symphony X, pubblicato nel 1997. Questo album è un’opera d’arte, con intricati lavori di chitarra, batteria martellante e la voce impennata del cantante Russell Allen. La produzione dell’album è ricca e raffinata, con ogni strumento meticolosamente posizionato per creare un paesaggio sonoro lussureggiante e atmosferico. La traccia del titolo dell’album è un’epopea tentacolare che racconta la storia di Chirone, un centauro della mitologia greca.

“Carolus Rex” di Sabaton

“Carolus Rex” è il sesto album in studio della band power metal svedese Sabaton, pubblicato nel 2012. L’album è un concept album che racconta la storia dell’ascesa e della caduta dell’Impero svedese. Con la loro caratteristica miscela di chitarra melodica, batteria martellante e la potente voce del cantante Joakim Brodén, i Sabaton creano un senso di grandezza e maestosità. La traccia che dà il titolo all’album è un inno, un ritornello da cantare insieme che mette in mostra l’abilità della band di creare inni metal memorabili e adrenalinici.


Death Metal Destruction

Il death metal, un genere nato dalle ceneri degli antenati più aggressivi e intensi dell’heavy metal, è disceso sul mondo come un flagello, lasciando dietro di sé una scia di devastazione sonora. E quale modo migliore per rendere omaggio a questo storico sottoinsieme della musica metal se non mettendo in evidenza tre dei suoi album più iconici e influenti?

“Umano” della morte

Pubblicato nel 1991, “Human” dei Death è stato un album rivoluzionario che ha spinto i confini di ciò che era possibile nella musica pesante. Con i suoi tempi complessi, la sua musicalità tecnica e la voce inquietante di Chuck Schuldiner, “Human” ha ridefinito il termine “death metal” e ha lasciato un impatto duraturo sul genere. Le 11 tracce dell’album, tra cui “Lack of Comprehension” e “Crystal Mountain”, hanno messo in mostra la miscela unica di brutale aggressività e sensibilità melodica della band, ponendo le basi per una nuova era di musica metal estrema.

“Tomba dei mutilati” del cadavere di cannibale

Pubblicato nel 1992, “Tomb of the Mutilated” dei Cannibal Corpse era un colosso sonoro che grondava energia malevola. Con i suoi testi raccapriccianti, le strutture complesse delle canzoni e il basso fragoroso di Alex Webster, “Tomb of the Mutilated” ha consolidato lo status dei Cannibal Corpse come una delle élite del death metal. Le 17 tracce dell’album, tra cui “Hammer Smashed Face” e “I Crawl the Antartic”, hanno messo in mostra l’impareggiabile capacità della band di creare inni death metal memorabili, brutali e impenitenti.

“Patto” dell’Angelo Morboso

Pubblicato nel 1993, “Covenant” dei Morbid Angel era un masterclass di death metal atmosferico, atmosferico e implacabile. Con i suoi riff oscuri e inquietanti, la voce inquietante e la magia tecnica della chitarra di Trey Azagthoth, “Covenant” ha ridefinito i confini della musica metal estrema, forgiando un nuovo percorso che avrebbe ispirato le generazioni di musicisti metal a venire. Le 10 tracce dell’album, tra cui “Immortal Rites” e “God of Emptiness”, mescolano perfettamente atmosfere cupe, riff brucianti e intensità empia, creando un senso di oscurità sonora che permane ancora oggi.


Black Metal Brilliance

Il black metal, un genere spesso avvolto nel mistero e nelle controversie, ha prodotto alcune delle band più iconiche e influenti nella storia dell’heavy metal. Tra questi, tre album si distinguono per l’approccio innovativo, la sperimentazione sonora e l’impatto duraturo sul genere.

“De Mysteriis Dom Sathanas” di Mayhem

Pubblicato nel 1994, “De Mysteriis Dom Sathanas” dei Mayhem è un album fondamentale che ha ridefinito i confini del black metal. Registrato durante un periodo tumultuoso nella storia della band, l’album è una testimonianza dell’energia e della creatività sfrenata della band. Il suono dell’album è caratterizzato dall’uso di chitarre scordate, ritmi esplosivi e intricate strutture di canzoni, che stabiliscono un nuovo standard per il genere. Con testi che esplorano i temi dell’oscurità, della morte e dell’occulto, “De Mysteriis Dom Sathanas” è un ascolto viscerale e senza compromessi che continua a ispirare e stupire i fan fino ad oggi.

“A Blaze in the Northern Sky” di Darkthrone

L’album del 1992 di

Darkthrone “A Blaze in the Northern Sky” è un capolavoro di atmosfera e stato d’animo. Il suono dell’album è caratterizzato dall’uso di inquietanti passaggi di chitarra acustica, melodie impennate e strumentazione ispirata a Funeral Doom. Con testi che evocano l’aspra bellezza della campagna norvegese e l’oscurità dell’animo umano, “A Blaze in the Northern Sky” è un ascolto inquietante e introspettivo che consolida lo status dei Darkthrone come una delle band black metal più influenti di tutti i tempi.

“Hvis Lyset Tar Oss” di Burzum

Varg Vikernes, l’enigmatica mente dietro Burzum, pubblicò “Hvis Lyset Tar Oss” nel 1993, un album che spinse ulteriormente i confini del black metal. Caratterizzato dall’uso di trame ambientali, melodie di pianoforte e armonie vocali inquietanti, “Hvis Lyset Tar Oss” è un album profondamente personale e introspettivo che esplora temi della natura, dell’identità e della ricerca di significato. Con il suo stile di produzione innovativo e un songwriting profondamente coinvolgente, “Hvis Lyset Tar Oss” è un must per ogni fan del black metal.


Capolavori moderni

Una nuova era di musica heavy

Il 21° secolo ha portato una nuova ondata di musica heavy, con le band che spingono i confini dei rispettivi generi per creare qualcosa di fresco ed emozionante. In quest’epoca, assistiamo a una fusione di stili, influenze e tecniche diversi, che danno vita a una gamma diversificata di suoni che attirano un vasto pubblico. Diamo un’occhiata a tre capolavori moderni che mettono in mostra l’evoluzione e l’innovazione della musica pesante.

“Meliora” di Ghost

Pubblicato nel 2015, “Meliora” dei Ghost è un capolavoro sulla capacità dell’heavy metal di fondere stili ed epoche diverse. Questo album è una fusione di doom gotico, rock progressivo e heavy metal, con intricate strutture di canzoni e melodie che ti terranno incollato dall’inizio alla fine. La figura centrale dell’album, Tobias Forge, ha creato un personaggio mistico e misterioso, aggiungendo fascino all’album. Canzoni come “Cirice” e “Spöksonat” mostrano l’abilità della band di creare ritornelli orecchiabili e inni, mentre brani come “From the Pinnacle to the Pit” dimostrano la loro capacità di riff pesanti e devastanti.

“Magma” di Gojira

Nel 2016, la band heavy metal francese Gojira ha pubblicato “Magma”, un album attento all’ambiente che affronta i temi del cambiamento climatico, dell’estinzione delle specie e della distruzione del mondo naturale. Questo album è un riflesso sonoro del caos e della distruzione che stiamo vedendo nel mondo, con riff schiaccianti, melodie impennate e testi toccanti. La produzione dell’album è una testimonianza dell’abilità della band di creare un suono heavy senza sacrificare la melodia. Tracce come “Words” e “The Shooting Star” mostrano la capacità della band di fondere stili diversi, dal thrash al doom all’ambient.

“Il peccato e la frase” di Trivium

Pubblicato nel 2017, “The Sin and the Sentence” dei Trivium è un trionfante ritorno alla forma per la band heavy metal con sede in Florida. Questo album è una celebrazione del passato dell’heavy metal, con accenni agli esordi della band come gruppo power metal. Canzoni come “The Sin and the Sentence” e “Beyond Oblivion” mostrano la capacità della band di creare ritornelli orecchiabili e inni, mentre brani come “Where the Fault Lines Meet” dimostrano la loro capacità di riff pesanti e aggressivi. La produzione dell’album è una testimonianza dell’abilità della band di bilanciare melodia e pesantezza, creando un suono che è allo stesso tempo accessibile e punitivo.

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